Dakhla – La sua Africa

Ripropongo qui sotto il diario del nostro viaggio in Marocco e Western Sahara nel 2012 scritto all’epoca su un forum di fuoristradisti e che ho ritrovato e copiaincollato

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La partenza è prevista per sabato 22/12.
Abituato a viaggi estivi, con la possibilità di preparare il mezzo alla sera dopo il lavoro, i preparativi invernali sono alquanto lunghi e difficili. Non ho un posto al coperto dove lavorare e gli ultimi lavoretti prepartenza sono fatti al freddo e sempre con un occhio al meteo sperando che non piova.
Comunque sia si arriva al 22, al mattino vado a prendere il camper nel capannone dove dorme e lascio giù il 110, carichiamo i viveri (solo roba sottovuoto con mattonelle di ghiaccio visto che la nave non ha l’allaccio elettrico per far andare il frigo ed è giustamente proibito farlo andare a gas)… il camper è bello carico ed ho riempito ogni spazio libero con vecchi vestitini della Bea da regalare una volta giù, non carico acqua nel serbatoio che ho paura che ghiacci…
Si arriva a Genova, alla biglietteria mi scambiano come uno del gruppo di 16 camper di un noto TO e mi mandano all’imbarco senza biglietti :-O quando se ne accorgono vorrebbero che tornassi indietro col camper ma mi impunto e me li faccio portare (e intanto passa un’ora), poi coi biglietti in mano vado al controllo dei passaporti… è uno stanzone 6×6 pieno di gente, sono l’unico europeo e confesso che per un attimo mi trovo a disagio ma passa subito tra una chiacchiera e l’altra coi compagni di attesa… ogni tanto arriva qualche signora anziana in abiti tradizionali e la si fà giustamente passare avanti alla fila… arriva il mio turno e il poliziotto mi chiede le fiches! quali fiches? a mè hanno dato solo i biglietti e ovviamente essendo in Italia chi ha il compito di ritirarle non ne ha di bianche da darmi 🙁 Mi parte l’embolo, esco fuori, scavalco un paio di murelle e arrivo alla biglietteria, mi sfogo col ragazzo (che giura aver appena preso servizio e di non saperne nulla), recupero le tre fiches e mi appresto a rifare la coda per la Polizia.
Stavolta sono in mezzo la gruppo dei camperisti, tra signore fresche di permanente e mariti col giubbottino griffato e il barboncino in braccio, confesso che stavo meglio prima…. stavolta ho tutto in regola, mi timbrano le fiches e finalmente mi imbarco.
A sorpresa a bordo si mangia come al ristorante (e pure i prezzi lo sono: in tre partono 50 euro a pasto 🙁 ), ma la nave è sovraccarica e quando iniziano a dar via le fiches ed i moduli per l’espatrio dei veicoli succede il finimondo. Centinaia di persone ammucchiate che spingono per avere ‘sto benedetto timbro, io dopo un’ora e mezza di spintoni sono ancora al punto di partenza e decido di buttarla dentro, tornerò l’indomani mattina per vedere se le cose vanno meglio.
Mi presento nella sala il giorno dopo prima di colazione, tre o quattro ragazzi marocchini hanno preso in mano la situazione e ritirano le fiches ed i moduli, vado a mangiare e poi mi metto tranquillamente in attesa del mio turno. Alle 9 in punto arrivano i due poliziotti e gli stessi ragazzi di prima si premurano di passargli i documenti e di chiamare chi tocca presentarsi, la mattinata corre così via tranquilla e riesco ad avere tutto.
Chiacchiero con uno dei camperisti a seguito del TO: che giro fate? boh, mi pare Fes, poi forse Marrakesch, non sò :-O Accidenti, gli dico, brutta roba quella del frigo spento! Macchè, mi fà il furbone, noi l’abbiamo tutti a gas! :-O Noi abbiamo speso 1800 euro a/r in tre e voi? Sguardo sbigottito, poi: 2200 solo andata… però abbiamo tutti i campeggi compresi! :-O Povero pirla, avrei voluto rivederlo al ritorno per dirgli che noi di campeggi abbiano speso una 70ina d’euro in tutto 🙂

“Io e il papà salutiamo dalla nave”
E la mamma?
“E’ in cabina che dorme” 🙂

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Si arriva a Tangeri di sera, sbrigo le formalità doganali compreso far mettere un fantomatico timbro da un fantomatico poliziotto che sembrava sparito nel nulla e usciamo… è sera inoltrata e non stò certo a mettermi in strada, questa notte si dorme nel parcheggio custodito della Gare Maritime proprio di fronte al cancello col guardiano, più sicuri di così!.
Festeggiamo la prima cena africana aprendo un pandoro, ne offriamo una fetta al custode che l’accetta di buon grado…

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Oggi è natale (e chissenefrega 🙂 ), ci svegliamo alle 4.30 consapevoli di aver davanti almeno 800km di autostrada da fare… lasciamo dormire la Bea sul basculante (ho preso tutte le precauzioni possibili prima della partenza: blocco del basculante, protezione davanti al buco, radiolina in modalita Baby Monitor per quando si sveglia) ma ovviamente non sono tranquillo e viaggio ad andatura ridotta, per fortuna verso le sei si sveglia e scende in cabina… su Tangeri si stà scatenando un temporale di proporzioni bibliche e la visibilità è ridotta… alle prime luci dell’alba mi fermo ad un autogrill a fare colazione e mi ritrovo posteggiato in mezzo ai camperisti in nave, fortuna che avevano il campeggio prepagato 🙂 , mangiamo e ripartiamo mentre loro dormono ancora.
L’autostrada è scorrevole ma è comunque tanta…. ho dimenticato di dire che ho entrambe le gambe messe male: il menisco andato nella destra e una calza elastica per rischio di trombi nella sinistra, dopo un centinaio di km il menisco inizia a farmi male ma trovo una posizione per cui ho male a tutta la gamba ma non al ginocchio e la manterrò per tutto il viaggio :-O
A metà pomeriggio inoltrato arriviamo ad Agadir, scendiamo ancora un poco ma il primo campeggio di cui ho i punti GPS non riesco a trovarlo, puntiamo al secondo 50km più a sud e arriviamo al Wassay Beach, è ormai buio e s’è alzato il vento ma prima di posizionarmi devo caricare l’acqua nel serbatoio.

“Oggi sulla strada ho visto tanti carretti tirati dagli asinelli e col camper abbiamo sorpassato tante macchine di signori africani che tornavano a casa loro carichi di roba”

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Alla mattina ci svegliamo e ci guardiamo attorno: la posizione è stupenda, col campeggio praticamente in spiaggia, e che spiaggia!

Mia moglie è preoccupata per le mie gambe vista la tirata di ieri e in effetti la sx è gonfia e dolente, per cui accetto la sua proposta di fermarci due notti per riprenderci dalle fatiche.
Ovviamente lei pensa che me ne starò sulla sdraio nella piazzola, ma come si fà con tanta bellezza attorno? Prima un giro in spiaggia dove facciamo amicizia col cane del campeggio che ci scorta per tutta la passeggiata

In spiaggia troviamo anche un branco (o gregge?) di dromedari, per la gioia del fotografo

e ovviamente della Bea 🙂

poi io mollo le donne a raccattar conchiglie e me ne vado prima a fare un giro in paese (praticamente deserto) e poi per la scogliera a sud della spiaggia

col risultato che alla sera ho le gambe messe peggio che la mattina 🙂 vabbeh, riposeranno domani mentre guido :-O

“Oggi in spiaggia ho fatto amicizia con un cagnolone ed ho visto i dromedari”
Bea, cosa sono quelle cose disegnate sulla sabbia?
“Il rudo che c’era in spiaggia” 🙂

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Il 27 ci rimettiamo in marcia…
Si ritorna sulla strada principale che resta a due corsie ed è quindi scorrevole fin quasi a Tiznit (dove ci fermiamo a far compere al souk), ma dopo Tiznit c’è da superare un passo di montagna con la strada stretta e tutta a curve… al ritorno la troverò priva di traffico e sarà veloce ma ora è piena di camion che salgono ai 20 all’ora e scendono ai 15, difficile sorpassare e per di più c’è caldo, molto caldo…
Arriviamo a Guelmin in ritardo sulla tabella di marcia (si voleva arrivare a Tan Tan), stanchi, accaldati e demoralizzati…. decidiamo di dirigerci a Sidi Ifni per rinfrescarci e chiarirci le idee, se è sempre così non arriveremo mai a Dakhla 🙁
A Sidi Ifni troviamo posto al “El Barco”, giusto sotto la scogliera sopra la quale sorge il paese e praticamente in spiaggia, nonostante ciò il campeggio è alquanto anonimo.
Facciamo un giretto in paese e ci fermiamo a mangiare in un ristorantino dubbiosi su come continuare il viaggio…

“Oggi abbiamo visto tante signore tutte coperte, alcune con abiti tutti colorati e altre con abiti tutti neri. Ho visto anche delle bimbe andare a scuola con l’asinello, piacerebbe anche a me ma il papà dice che da noi non si può, e degli scoiattoli (ndr: lo scoiattolo non è in scala 🙂 il papà mi ha comprato una collanina ma l’ho già persa e alla sera ha litigato con delle mosche nel camper ma le ha uccise tutte con la racchetta”

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28 dicembre, la notte ha portato consiglio e ci svegliamo carichi e pronti a rimetterci in marcia.
Già prima di partire avevo idealmente diviso il tracciato in tre parti: Tangeri/Agadir tutta autostrada, Agadir/Guelmin tutta strada con probabile traffico, Guelmin/Dakhla strada scorrevole e con poco traffico, ma quest’ultima è un’incognita in quanto l’altra volta (7 anni fà, col 90) eravamo arrivati fino al Draa e ne sappiamo poco di cosa ci aspetta.
Ripercorriamo a ritroso i 50km fatti il pomeriggio di ieri che ci separano da Guelmin con in faccia il sole del mattino

poco dopo Guelmin un cartello ci avvisa che mancano 1000km tondi tondi a Dakhla, respirone profondo e via verso sud 😉
Una 50ina di km ancora e la prima delle due uniche donne al volante che incrocieremo in 4000km di strada tenta di ucciderci facendo un sorpasso kamikaze (la seconda tenterà di farlo in autostrada a Rabat :-O , credo che in Marocco “donna col velo” corrisponda al nostro “uomo col cappello” 🙂 ), ma scopro di aver ragione riguardo la strada che si fà via via sempre meno trafficata e veloce.
Ormai gli unici mezzi che si incontrano sono le 109 dei pescatori, vecchi e stracarichi camion Mitsubisci e veloci e nuovissimi tir, l’unico pericolo è quando si incrociano questi ultimi visto che la strada non è larghissima e la carreggiata finisce con uno scalino di qualche cm, se dovessi mettere una gomma fuori strada sarebbero guai, ma i camionisti marocchin sanno il fatto loro, sono corretti e mi daranno sempre strada, sia incrociandoli che nei sorpassi.
Ritrovo la costa vista 7 anni fà a Cap Draa

si attraversano degli oued che sfociano in lagune niente male

Si attraversano dei cordoni di dune veramente suggestivi (ed io che avevo letto che in Marocco le uniche dune erano a Merzouga ed a Mahamid!)

La Bea ha finalmente il suo battesimo della Sabbia

e io la ritrovo dopo 7 anni 🙂

Un’ottantina di km a nord di Tarfaya ci fermiamo per la notte alla laguna di Naila.
E’ un posto incantevole, una laguna stretta tra due cordoni di dune che vanno a morire in mare, un posto che da solo merita il viaggio… non c’è campeggio ma solo la casa delle guardie (la zona è Parco) e qualche capanno di pescatori ma è possibile dormire pagando al guardiano che vive in una vecchia station wagon 20dh per la notte (con ricevuta).
Spero che le foto rendano l’idea….

Verso sera si alza il vento e la Bea ne approfitta

Ma le emozioni di questa lunga giornata non sono ancora finite e dopo cena si alza una luna mai vista…

Oggi un solo disegno non basta 😉

“Oggi ho visto una laguna bellissima, con le dune e i fenicotteri rosa”

“Ho giocato con l’aquilone vicino alle tende dei pescatori e di notte c’erano tante stelle e una luna grossissima”

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29 dicembre, sveglia come al solito alle prime luci dell’alba, ormai Dakhla è a portata di mano e siamo carichi come non mai.
Esco a chiudere gas e predellino e mi accorgo che la luna ci ha vegliato tutta notte

ed ora si specchia nelle acque della laguna

mentre da dietro le baracche dei pescatori il sole fà capolino

La laguna nel sole del mattino è ancora più bella e ci ripromettiamo di fermarci nuovamente al ritorno

non sarà fotogenico quanto un 110 in assetto da viaggio ma fà comunque la sua porca figura 🙂

Si torna sull’asfalto e si riprende verso sud, subito ci accorgiamo che rispetto al pomeriggio precedente la strada sembra nuova e difatti dopo 20km troviamo i cantonieri che stanno asfaltando.
Ogni km riserva delle sorprese: al termine della laguna per esempio ci sono delle saline

e ad ogni sosta la scusa è buona per cercare selci e fossili

mi concedo pure qualche giretto fuori dall’asfalto 🙂

Nel primo pomeriggio arriviamo a Boujidour, ci sistemiamo nel campeggio vicino alla spiaggia e mentre le donne cercano conchiglie io faccio un giro in paese

Al ritorno riempio il serbatoio dell’acqua ma alla terza tanica il guardiano mi vede e mi dice che stò prendendo acqua da un rubinetto di acqua di mare: in tutto il campeggio c’è un solo rubinetto di acqua dolce ed io ovviamente l’ho mancato 🙁
Decido di svuotare il serbatoio e dò il via ad una serie di sfighe che mi allagheranno il camper e mi faranno rompere lo sportello del gavone del wc 🙁 cazzo, proprio ora che siamo ad un passo dalla meta… vado a letto arrabbiato nero sperando che domani vada meglio…

“Oggi siamo stati su una spiaggia bellissima, con tantissime conchiglie”

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30 dicembre, ormai Dakhla è ad un tiro di schioppo ed è come se l’avessimo già in tasca.
Si parte poco dopo l’alba, la tappa non è lunga e come sempre ci concediamo parecchie soste per foto/selci/fossili

la costa ci concede scenari spettacolari

e chissenefrega se ho un furgone, voglio arrivare anch’io dove arrivano gli altri 😉

Arriviamo all’incrocio Dakhla/Mauritania ed un cartello stradale ci tenta… averci una settimana in più si poteva tentare anche la conquista di Dakar

Ora una breve parentesi di geografia: per chi non lo sapesse Dakhla è posta alla fine di una penisola lunga una 40ina di km che si stacca dalla costa e corre parallela ad essa. Questa penisola forma una laguna che per le acque calme ed il forte vento costante è il paradiso di chi pratica il kite surf

Arrivati all’incrocio però non giriamo subito per Dakhla, abbiamo prima un altro obiettivo: raggiungere il Tropico del Cancro 🙂
Qualcuno si chiederà se vale la pena di fare 2000km per vedere un cartello arrugginito…. eccome se ne vale la pena e quando si arriva è festa grande!

Si pranza sul posto, wurstel e carote saltate in padella e come sempre la Bea pretende un “pizzo” da noi: mezzo wurstel a testa da ognuno (in meno di 3 settimane ha messo su 2kg 🙂 )
Nonostante il laconico mezzo wurstel nel piatto è uno dei pranzi più belli della mia vita.

Dopo la scorpacciata del mezzo wurstel 🙂 malvolentieri ci si rimette in marcia, ho il punto per raggiungere le Dune Bianche che m’ha raccomandato un amico ma seppur abbastanza vicine (una 50ina di km) perderemmo troppo tempo e vorrebbe dire arrivare a Dakhla a pomeriggio inoltrato, cosa che evito sempre di fare per tenersi il tempo di rilassarci un pochino.
Firmiamo il cartello e giriamo indietro ma il prossimo obiettivo di Dakhla non ci fà pesare il fatto che stiamo puntando a nord…

Ripercorriamo i 50km per tornare all’incrocio costeggiando la laguna e con Dakhla che dalla sponda opposta sembra aspettarci

Ci sono diverse piste che scendono a dalle spiagge di sabbia bianca, averci il 110!

Si arriva all’incrocio, il poliziotto del posto di blocco a cui avevamo dato le fiches qualche ora fà ci riconosce e ci fà passare senza controlli, e dopo qualche centinaio di metri la strada attraversa una distesa che una volta doveva essere ricoperta dalla laguna ora ritiratasi, è un panorama mozzafiato….

La strada costeggia delle spiagge enormi dove volano i kite

All’ennesimo posto di blocco il poliziotto ci indica un bivouac libero lì vicino, è riparato dal vento e c’è una bellissima spiaggia ma è pieno zeppo di camper uno attaccato all’altro e c’è casino, preferiamo starcene più tranquilli e proseguiamo ancora per qualche km fin quando, poco prima della città, vediamo dei camper parcheggiati ben distanti tra loro su di una bassa scogliera, è il posto ideale per noi.
Dei cartelli indicano che l’area è riservata ai camperisti in campeggio libero ed un ometto di sassi indica il posto dove lasciare l’asfalto per raggiungere la scogliera: si deve attraversare una depressione sabbiosa e sia l’ingresso che l’uscita sono abbastanza pronunciati, io col passo corto e senza sbalzo posteriore non ho problemi ma mi domando come hanno fatto i camper da 8mt di cui 2,5 di sbalzo a passare, scoprirò poi che esiste un altro passaggio più bello e che gli altri passano di là.
Ci sistemiamo in fondo alla fila, a debita distanza dagli altri…. e ci concediamo il meritato relax 🙂

Io ne approfitto per sistemare lo sportello del gavone wc rotto la sera prima, poi sbatto i tappeti e WD40izzo tutte le cerniere e i cuscinetti del portellone laterale.

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Faccio 4 chiacchiere coi camperisti di fianco a noi, sono tedeschi e il loro inglese è paragonabile al mio ma bene o male ci si riesce a capire: il rifornimento d’acqua lo si può fare in città ad una cisterna che non capisco però bene dove sia (questa cosa la sapevo già avendola letta su un forum di camperisti francesi) ma per due notti non mi serve, e per la vide cassette? mi indicano la depressione sabbiosa alle nostre spalle poi mimano il gesto di scavare e di vuotare :-O Camperisti del cazzo, poi non meravigliamoci se mettono le sbarre a 2mt e i divieti di campeggio libero! Io la cassetta del wc col piffero che la svuoto in un tale paradiso! troverò da svuotarla il giorno dopo al campeggio cittadino, mi costerà 60dh (praticamente tanto quasi un pernotto) ma sono più contento così.
Poi faccio la conoscenza con un signore che passeggia con la figlia dell’età della mia, lo avevo visto arrivare poco prima con la moglie e l’altro figlio più grande e sistemarsi nella depressione, la stessa dove i camperisti scaricano i loro bisogni, per bersi un thè.
Gli regalo qualche borsa di vestiti e lui ci invita a prendere il thè con loro: lasciamo la scogliera con la sua magnifica vista per scendere in questo buco di sabbia e non capisco cosa ci facciano lì, tra l’altro nel Sahara Occidentale si parla spagnolo e la comunicazione è difficile.
Poi comprendo: loro abitano in città ma devono essere nati nomadi e oggi hanno portato i loro figli a fare un picnic in quello che per loro è un bel posto, quel buco di sabbia per loro è come per me una faggeta appenninica insomma.
Ci offrono il thè ed un pane dolce fatto dalla moglie che accettiamo di buon grado, hanno anche una grossa zuppiera piena di quello che sembra latte allungato ma quello non ho animo di assaggiarlo… le bimbe si scrutano a vicenda ma sono entrambe timide e la loro amicizia resterà a livello di sguardi.
Sotto sera si alza un vento forte e freddo, peccato perchè la marea si stà ritirando ma riusciamo a fare solo un piccolo giro prima di dover rientrare per il vento

Si cena appena buio e poi a letto subito appagati e soddisfatti di questa lunga giornata.


“Oggi siamo arrivati al Tropico e anche se non ho capito bene cos’è è stato molto bello e la mamma e il papà erano molto contenti. Poi ho visto dei signori volare attaccati ad un grosso aquilone”

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31 dicembre, San Silvestro.
Durante la notte il vento non ha cessato un attimo di soffiare ma all’alba è calato di intensità ed è un piacere uscire nell’aria frizzante del mattino

Oggi si resta qui, la gamba sinistra è dolente ed ho la safena dura come un bastoncino, se non passa dovrò iniziare le iniezioni di Eparina, mi concedo ancora oggi e poi vedremo…
Al mattino si và in città a fare un giro: prima andiamo a sud, vorrei arrivare alla punta della penisola dove ho letto esserci una colonia di foche ma non ci riuscirò, girovagando arrivo invece ad un villaggio di pescatori: non vedo donne ne bimbi per cui presumo siano solo capanne destinate al riposo tra un turno e l’altro di lavoro ma le condizioni sono al limite dell’umano

ma anche qui la Bea trova di che sfogare la sua vitalità 😉

Si ritorna in città: Dakhla è una città moderna ed elegante, con un lungomare stupendo degno delle migliori località turistiche, parcheggiamo il camper e facciamo spesa, poi snobbiamo i ristoranti all’europea sul lungomare e scegliamo un ristorantino di pesce dove ci facciamo una scorpacciata.
Una mendicante con un bimbo in grembo ci chiede l’elemosina, gli diamo le ultime due borse di vestitini che tra l’altro sono della taglia giusta di suo figlio e se ne và tutta contenta.
Dopo pranzo torniamo nel nostro posto sulla scogliera e riprendiamo a fare la dura vita del turista 🙂

ma è una vita dura e faticosa, ci vuole un poco di riposo 😀

All’avvicinarsi del tramonto si alza ancora il vento forte e freddo e ci ritiriamo, festeggiamo l’anno nuovo con 6 ore di anticipo con stinco precotto, patate fritte in padella e dolcetti marocchini acquistati in città, il miglior cenone mai fatto in vita mia 😉


“Ieri sera abbiamo conosciuto dei signori che ci hanno offerto il thè con la loro bimba di nome Samira. Oggi il papà ha regalato i miei vestitini vecchi ad una signora e al suo bimbo ed in città ho visto una scuola bellissima tutta colorata”

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1 gennaio.
Stanotte il vento non ha cessato un attimo di soffiare, a volte le raffiche fanno tremare il camper e mi viene in mente la mitica puntata di Top Gear quando Jeremy si sveglia al mattino col Citroen camperizzato girato su un fianco 🙂 , penso anche a Poggio che sarà qui tra un mese in tenda: non lo invidio e ringrazio di avere il camperello 🙂
All’inizio della vacanza avevo spiegato alla Bea cos’è il Mal d’Africa, stamattina a colazione mi guarda e dice “Papo, io il mal d’Africa ce l’ho ma non tanto e mi manca la casina” 🙁 Ok piccola, da oggi si ritorna verso casa…

Giusto il tempo di una foto al sole che si alza sulla laguna

e si parte

La risalita è veloce e il fatto di sapere già dove dormiremo ci rende meno ansiosi.
Ormai sono pratico della guida su questa strada trafficata da camion e nonostante il vento contrario tengo una media di 110/115kmh, i consumi si alzano di conseguenza ma a 60 cent/litro chissenefrega 🙂
A metà mattina incontriamo un branco di dromedari sul ciglio della strada, mia moglie ci proibisce di scendere dal camper accampando storie di morsi, calci e chissà quali altre nefandezze siano capaci quelle terribili bestie 🙂 e così la tanto sospirata foto col dromedario è filtrata dal finestrino

Arriviamo a Boujidour all’ora di pranzo, ci fermiamo in un ristorantino in piazza e per 11 euro ci portano ogni ben di dio, poi facciamo un giro lungo la via dei negozi (che è la stessa che porta al campeggio) e la Bea rimane stupita dalle teste di dromedario mozzate ed esposte fuori dalle macellerie a prova della bontà e freschezza della carne (se mai una testa mozzata e ricoperta di mosche possa provare qualcosa) e quindi in spiaggia a rimpinguare la già non piccola collezione di conchiglie, stavolta troviamo un sacco di Haliotis, bellissime con la loro madreperla.
Quando entriamo al campeggio il guardiano ci riconosce e scherza sul fatto dell’acqua salmastra caricata l’altra volta, ma lo rassicuro che stavolta ci starò ben attento 🙂


“Oggi abbiamo visto un sacco di dromedari e gli ho dato la buccia della mia banana, poi ho visto le teste e le zampe dei dromedari appese davanti ad un macellaio”

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2 gennaio, la gamba stà meglio ed evito le iniezioni, meglio così.
Abbiamo programmato di fermarci due giorni in libera a Naila così svuoto la cassetta del wc alla mattina appena prima di partire per avere l’autonomia necessaria (MAI farlo se non strettamente necessario :-O).
Durante il trasferimento ci fermiamo vicino a delle dune e la Bea si scatena

tenergli il passo con 40 anni di differenza e le mie due gambe sifule non è facile ed ho paura di perderla

ma il pensiero di dover affrontare sua madre e spiegargli che gli ho perso la bambina mi fà ritrovare le forze 🙂

Se già non la fosse si potrebbe dire che è tornata bambina, non l’ho mai vista divertirsi tanto

Faremo due giorni a raccogliere mucchietti di sabbia sul camper, tanto più che a Naila non ci sono docce, ma chissenefrega, siamo qui per questo 😉

Facciamo pausa a Layounne.
Layounne è una bella città, moderna e trafficata e lungo il suo viale principale oltre ai carretti trainati dagli asinelli circolano i toyotoni bianchi delle Nazioni Unite e i camion di assistenza di chissà quale gara di rally.
Ci fermiamo a mangiare una pizza al Caffè Roma (se lo segni chi intende passare da quelle parti), sono dubbioso di come possa essere una pizza nel Sahara Occidentale e invece ci ritroviamo a mangiare una delle più buone pizze mai mangiate, e per di più per la stratosferica cifra di 12 euro in tutto (quando da noi ce ne vogliono 50 🙁 )
A metà pomeriggio si arriva a Naila, è presto e facciamo un giro in cerca di selci ma io trovo ben altro: sotto alcune pietre vedo del bianco, le sposto, scavo un pochino e spunta un teschio :-O

Non sò dire con esattezza ma dal bianco dell’osso non credo di essere di fronte ad una sepoltura Neolitica, anche se attorno ci sono delle selci appena abbozzate, più facile che si tratti di qualche pescatore o nomade morto 50/100 anni fà.
Ricopro il tutto e allontanandomi noto altri cumuli di pietre disposte in modo non naturale, magari sono nel mezzo di un vecchio cimitero… con la mia passione archeologica questo non mi dà fastidio ma per rispetto il giorno dopo andremo verso nord a cercare selci…


“Oggi ho fatto lo scivolo sulle dune, è stato BELLISSIMO!”

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3 gennaio
Naila non delude le aspettative e al mattino si presenta più bella che mai

La prima parte della giornata scorre veloce tra un giretto nei dintorni ed un inseguimento da parte di due cani di una capanna di pescatori alla quale ci eravamo avvicinati un po’ troppo… per il pomeriggio avevo già concordato con un pescatore un giretto in barca: come essere in paradiso e chiedere ed ottenere di farci pure un giro panoramico 🙂

il giro si svolge tra fenicotteri rosa, uccelli dal becco a spatola e cormorani

Il ragazzo spaventa uno stormo di fenicotteri e tutto diventa rosa 😉

Il paesaggio è grandioso

Poi il pescatore ci fà scendere vicino al cordone di dune e… la storia si ripete 🙂

Alla fine, dopo quasi due ore, il pescatore ci riporta al camper, chiede 400dh e glieli dò più che volentieri senza nemmeno provare a mercanteggiare.
Ci offre del pesce fresco che accettiamo e gli diamo in cambio pasta, tonno e latte, chiede anche della birra o del vino “pour le froid” ma non ne abbiamo così gli prometto che gliene mando una confezione tramite degli amici che scendono tra un mese 😉
Ottima cenetta a base di “pescato del giorno” e stupenda, ennesima stellata.


“Oggi abbiamo fatto un giro in barca ed ho visto tantissimi fenicotteri rosa”

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4 gennaio, notte tranquilla ma appena prima dell’alba s’è alzato un vento rabbioso, anche più forte di quello trovato a Dakhla.
Solita foto controluce… 😎

…e si parte.
Già percorrendo il km di strada che ci separa dalla strada principale si nota che qualcosa non và

le raffiche di vento spingono la sabbia sull’asfalto, ma è ancora tutto a livelli più che accettabili e non mi preoccupo… ma andando avanti le cose peggiorano

Non sò se fermarmi o proseguire, la visibilità è ridotta ma comunque accettabile e a dar fastidio è più il fortissimo vento contrario, noto che i camionisti vanno e se lo fanno loro posso farlo anch’io.
Ci sono punti in cui però la cosa diventa pericolosa

tanto più che nessuno dei locali accende i fari…
Attraversiamo una Tan Tan sferzata dal vento e dalla sabbia, molto più africana di quella vista all’andata

Appena fuori la città approfitto di un argine della strada che mi offre un po’ di protezione dal vento e scendo a controllare il camper: i finestrini controvento non sembrano ancora aver patito la sabbiatura, per sicurezza copro col nastro da carrozzieri la presa della stufa (controvento) e tutte le serrature, controllo la griglia del frigorifero ma è sottovento e non sembra patire la cosa… mi rimetto in marcia ma le cose non migliorano, anzi mi rendo conto che ora le macchine che incrocio hanno tutte i fanali accesi :-O

Di colpo la visibilità diminuisce di parecchio, scorgo davanti a me la sagoma di un camion e 30 anni di guida nelle nebbie padane mi suggeriscono di accelerare per accodarmici… ma non faccio in tempo, all’improvviso è come se qualcuno mi gettasse un secchio di vernice rossa sul parabrezza, sparisce tutto: strada, camion, banchina, riga di mezzeria, tutto… ammetto di essere nel panico, avanzo una decina di metri a memoria e mi ritrovo incollato al camion visto prima, è fermo e se almeno adesso ho un riferimento mi rendo conto di aver solo peggiorato la mia situazione: se arrivasse un camion da dietro farebbe una bella frittata del camper e dei suoi occupanti 🙁
Accendo tutto quanto c’è di accendibile sul camper: abbaglianti, 4 freccie, retronebbia, aspettando il botto che per fortuna non arriva…. passano alcuni interminabili minuti, una macchina mi incrocia ma me ne accorgo solo quando la ho di fianco e il camper per un attimo la protegge dal vento, vedo per un attimo il viso del conducente spaventato almeno quanto lo dev’essere il mio e poi scompare di nuovo nella sabbia.
La Bea si spaventa e si mette a piangere, io son sempre lì incollato al paraurti del camion davanti, unica presenza rilevabile… poi finalmente il camion avanza piano e dopo una 20ina di metri siamo fuori, c’è addirittura il sole, l’abbiamo scampata…
L’aria dentro l’abitacolo è quasi irrespirabile ma non posso aprire ancora i finestrini, ci alziamo i Buff sul naso e andiamo avanti… vento e sabbia ci tormenteranno ancora per un pò, poi ad una 30ina di km da Guelmin tutto si placa, tutto svanisce e finalmente dopo 200km di sabbia e vento sembra di essere a primavera.
Ci fermiamo appena fuori il paese a mangiare e a calmarci un attimo poi proseguiamo per Tiznit.
Al campeggio in paese è tutto esaurito, meglio così: andremo ad Agloue Plage che ancora non ho voglia di lasciare l’oceano.
Prima però facciamo un giro nel souk per qualche compera, la Bea vede una bandiera del Marocco e vuole che gliela compri e così per un pomeriggio una bimba dai capelli rossi diventa la mascotte del souk di Tiznit 🙂
Arriviamo ad Aglou Plage sotto sera, il campeggio pare un ospizio per camperisti in pensione: sono tutti ultrasessantacinquenni, perlopiù francesi, che svernano al caldo nei loro camper da 8 mt + carrello, tutti con la parabola, parecchi con gli addobbi natalizi :-O
Beati loro, ma sarà la differenza con Naila, sarà lo stress della giornata, sarà la stanchezza, ma ho i nervi a fior di pelle e ne fanno le spese le mie due donne, una passeggiata e un fritto misto in un ristorantino sulla spiaggia, servito con un’ottima salsa a base di maionese e cipolle rosse, mi tireranno su il morale.
Il disegno della Bea questa volta non ha bisogno di commenti

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5 gennaio, notte più che tranquilla.
Ieri sera avevo controllato il camper dopo la tempesta di sabbia, avevo spruzzato di WD40 tutte le cerniere, le serrature e lo scorrevole del portellone, poi avevo interrotto causa stanchezza….
Stamattina devo guardare sotto al cofano… apro e trovo tutto rosso, che bello mi ricorda i bei tempi col 90 😀
L’olio è a posto anche se attorno al foro dell’astina c’è un anello di sabbia rossa, levo il filtro, lo sbatto e cade un bicchiere di sabbia, ho il ricambio ma il furgone và bene e non mi sembra il caso di sostituirlo.
Si parte tranquilli non dopo aver svuotato la cassetta del WC (abbiamo davanti due notti in libera e ancora una volta mi serve la max autonomia).
Destinazione Marrakesch: noi ci siamo già stati 7 anni fà e la riteniamo una delle mete irrinunciabili in un viaggio in Marocco ma soprattutto vogliamo far vivere l’emozione del souk e di più ancora della Jemaa El Fnaa alla Bea, siamo certi che avrà da rimanere a bocca aperta 😉
Su un forum di camperisti francesi ho avuto il punto GPS di un piazzale custodito che a quel che dicono è quanto di più comodo per visitare la Piazza e grazie al fido Garmin attraversiamo i 10km di periferia senza intoppi, dritti fino al parcheggio.
In effetti la posizione è ottima, si attraversa la strada e sei in Piazza, l’unico problema è che siamo proprio sotto al minareto della Koutoubia (da cui il parcheggio prende il nome) e il muezzin non mancherà di farsi sentire puntuale e vociante 🙁
Nel pomeriggio facciamo un giro e le previsioni che avevamo fatto si rivelano subito esatte: la Bea impazzisce con tutta quella vita che gli gira attorno, non perde occasione per toccare e prendere in braccio ogni genere di bestie (per la disperazione di sua madre e la soddisfazione di suo padre 😀 )
Serpenti, scimmie, camaleonti, nulla la spaventa (fin da piccola ho cercato di insegnargli ad aver rispetto e non paura degli animali col risultato che ad ogni uscita in un bosco, per esempio, mi raccatta su ogni scarrafone che trova 😀 ha paura solo dei ragni perchè al nido un giorno la maestra s’è messa ad urlare spaventata dopo averne visto uno)

Si torna al camper a riposarci un attimo ed a prepararci per la cena in Piazza: quando torniamo i banchi che cucinano hanno già acceso le griglie, il fumo che sale si colora delle mille lampade e la Piazza si stà riempiendo di gente, alzo la Bea sopra la mia testa per farle vedere lo spettacolo e sento un “Ohhh!” come mi aspettavo 😀
Si cena a base di brochette per noi e sogliole fritte per lei, ovviamente con patatine, verdure grigliate, salsine varie e alla fine l’immancable thè alla menta di cui ormai la Bea è avida bevitrice, poi si inizia il giro per la Piazza.
La prendo in braccio per farle vedere al di là dei capannelli di gente che ascoltano gli stregoni nel loro abito tradizionale saharawi e coi banchetti pieni delle più strane cose, i cantastorie, i ballerini, i musicisti.
L’unico inconveniente è che essendo praticamente gli unici occidentali veniamo tanati subito ogni volta ed ogni volta, stregoni a parte, ci viene richiesto un obolo.


“La torre di Marrakesch, la scimmia, il serpente e Camilla il camaleonte”

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6 gennaio, oggi si resta a Marrakesch e possiamo prendercela comoda.
La notte è passata tranquilla per me che in vacanza dormo coi tappi alle orecchie, un po’ meno per mia moglie che la trovo ad imprecare contro il muezzin 🙂

Ci si perde di nuovo nel souk dietro la Piazza, la Bea è affascinata dai negozietti della piazza degli schiavi, con le loro mercanzie esoteriche fatte di bestie imblasamate, strane polverine, amuleti vari, mia moglie invece non perde occasione per spendere dei soldi 😀 ma vista l’economicità della vacanza fino ad ora mi pare anche giusto, io ritrovo il piacere di contrattare e faccio qualche buon affare.
Ad un chioschetto del souk prendo due di quelle che sembrano piadine, invece mi ritrovo in mano due burtleine identiche a quelle che mi faceva mia nonna da bambino, buonissime!
La giornata scorre così, da turisti, senza farci mancare il tatuaggio all’hennè per la Bea ed un giretto sul calesse… dopo tanta polvere e fatica ci meritiamo un pò di cazzeggio 😉

Alla sera nuovamente in Piazza per la cena, solito menù di ieri ma questa volta noi facciamo il bis di brochette e alla fine sul tavolo si conteranno 18 ferri da spiedo 😎


“Oggi ho rivisto Camilla e i serpenti e le scimmie, ho anche fatto un tatuaggio bellissimo”

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7 gennaio, ultimo giorno.
Abbiamo poco più di 500km da fare in 12 ore e tutti in autostrada, quindi ce la prendiamo più che comodi.
Partiamo tardi e ci fermiamo a pranzo nel parcheggio di un Centro Commerciale di Rabat che avevamo snobbato all’andata per la fretta, precludendoci così la possibilità di fare rifornimento di carne visto che a sud di Agadir si trovano solo macellerie di quelle con le teste mozzate appese fuori, così facciamo un giro dentro e prendiamo carne per pranzo e cena.
Proseguiamo tranquilli, facciamo il pieno all’ultimo autogrill 25km prima del porto, svolgo le pratiche doganali e mi metto in coda sul piazzale d’imbarco aspettando che aprano i portelloni della nave.
Si cena con le ottime costate prese al mattino, poi iniziano le operazioni di imbarco…. due uomini dell’equipaggio perquisiscono tutte le auto, penso che stiano cercando droga o clandestini e sono tranquillo visto che sono pulito.
Vedo che fermano un 110 ed un toyota e li fanno posteggiare su un lato del piazzale ma da dove sono non vedo bene cosa fanno, ad un marocchino scaricano un grosso scatolone e lo mettono sul piazzale… quando tocca a me, con l’innocenza di chi è sicuro di essere nel giusto, gli apro il portellone posteriore del camper e gli sportelli dei gavoni che vi si affacciano “Ecco, questo è il gavone del wc e questo quello delle bombole”.
BOMBOLE??? :-O
Scoppia il finimondo, manco avessero trovato un talebano con tanto di giubbetto esplosivo addosso. Il più alto in grado dei due italiani mi dice che io così non posso salire sul traghetto, che sono un pericolo per la nave, che o scarico le bombole o resto a Tangeri.
Io cado dalle nuvole, gli faccio vedere che le bombole sono chiuse, nel loro gavone apposito e fissate ma lui non sente ragione. Iniziano a girarmi le balle, gli faccio presente che ho pagato (caro) il biglietto da camper e in quanto camper le bombole fanno parte della dotazione ma lui non sente ragione… pretendo due righe scritte ma non me le fà…. un camion 4×4 dietro di me mi chiede di chiudere lo sportello per passare e si becca un fanculo pure lui che non centra nulla, telefono alla biglietteria di Genova ma loro da là non possono far nulla e si beccano un invito anche loro a seguire il camionista di prima… alla fine esasperato cedo, levo le bombole e come le appoggio in terra un solerte poliziotto marocchino mi dice che sono in contravvenzione per occupazione abusiva del suolo marocchino :-O
Ho il cervello annebbiato, mi aspetto che da un momento all’altro esca Gerry Scotti a dirmi che sono su Scherzi a Parte, vado dall’italiano a protestare ma lui dice che non è di sua competenza dove mollo le bombole e ribadisce che io non posso partire se le ho a bordo.
Per fortuna, e per convenienza loro, un paio di manovali marocchini mi danno una mano e fanno “sparire” le due bombole, il poliziotto marocchino è sistemato, il coglione italiano pure, posso salire finalmente a bordo.
Prendo la cabina, metto a letto le due donne (ormai s’era fatto notte) e mi precipito alla reception arrabbiato come non mai… ci troverò solo un ragazzo dato che gli ufficiali sono tutti impegnati per l’imbarco e mi consiglia, molto gentilmente, di tornare al mattino successivo.
Notte insonne… la mattina dopo sono al bancone della reception e inizio a sbraitare: a quanti dell’equipaggio racconto quanto mi è successo mi danno ragione, vengo a sapere che i due coglioni sono rispettivamente il commissario di bordo e il comandante in seconda, chiedo di parlare con un ufficiale di grado superiore e mi dicono che sopra di loro c’è solo il comandante “E allora portatemi dal comandante!” e vengo accontentato.
Mi portano nell’ufficio del comandante dove trovo anche la coppia di amici, dalla loro espressione devono già aver preso una mezza strigliata e sono belli incazzati.
Spiego al comandante che le due bombole fanno parte della dotazione del camper (a lui avevano raccontato che avevo il camper pieno di gas), che sono bombole standard da 10kg (il comandante in seconda asseriva che erano da 25kg!), che quando arriverò a Genova, in pieno inverno e con una bambina piccola, non avrò di che scaldare il mezzo ne di che cucinare, lo convinco perfino a scendere in garage per sincerarsi del fatto che il camper ha un gavone apposito per le bombole, chiuso e sigillato verso la cellula, tutto a norma.
Il comandante mi dà ragione anche se per non far sfigurare completamente i suoi uomini asserisce che per la bombola di scorta sussistevano forse le ragioni del sequestro ma sussistevano talmente tanto che per scusarsi mi darà dei buoni pasto per tutti e tre e per tutti e quattro i pasti in nave (almeno 200 euro risparmiati), inoltre chiedo ed ottengo che mi mettano per iscritto del fatto che mi hanno fatto scaricare le bombole.
Ma non basta a farmi passare l’incazzatura…. durante il tragitto conosco l’autista del camion 4×4 e mi scuso di averlo preso dentro ai miei sproloqui la sera prima “Oh, mica si vedeva che eri bello arrabbiato!” 🙂 vengo a sapere che ai fuoristrada con taniche sul tetto hanno fatto vuotare la nafta sul piazzale del porto!
Arriviamo a Genova e mi precipito alla biglietteria dietro al porto ma lì sono solo impiegati così mi danno l’indirizzo della sede centrale della compagnia e mi ci precipito col camper.
Mi fanno parlare con l’addetta alle relazioni col pubblico, una signora gentilissima che ascolta la mia storia ad occhi sgranati, prende appunti, ogni tanto incrocia lo sguardo con la sua collega alle mie spalle con un’espressione incredula.
Mi rassicura che prenderà provvedimenti e che sentirà l’avvocato della compagnia per eventuali rimborsi a mio carico.
Con la speranza che quei due coglioni li mandino a pelar patate!

E per finire, il video di questa avventura raccontata da mia figlia:

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